Capitolo 9
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"PI SAN MARTINU OGNI UTTI HA U SO VINU"
per San Martino ogni botte ha il suo vino

 

Finita la fermentazione, il mosto diventa vino ma la buona o cattiva qualità, come il sapore, dipende molto dalla botte che, se è opportunamente curata, darà sempre ottimo vino.

Quindi, a novembre preso un campione di vino col "tasto" si procede all’assaggio e, quando non era destinato al commercio all’ingrosso, si travasava in un’altra botte pulita e disinfettata per farlo invecchiare, per consumarlo in famiglia e per commerciarlo a minuto mettendo davanti la porta un fascetto di rami con foglie di carrubo ossia "fraschi i carruva". Quindi nella botte si metteva il "cicaluoru" che più tardi veniva sostituito dal rubinetto in quanto più pratico per piccoli prelievi di vino che veniva scrupolosamente misurato prima di versarlo con l’imbuto nelle bottiglie, magari prima facendone assaggiare un bicchiere, preso dalla caraffa o "cannatuni" smaltato, che normalmente stava al di sotto del rubinetto per recuperarne le eventuali gocce.

Ma, data la notevole produzione e la forte gradazione alcolica e il sapore corposo, oltre l’80% del vino veniva destinato all’esportazione che si effettuava a Malta, in Francia, nel nord Italia e finanche in America, dove veniva usato per tagliare e per migliorare i vini locali.

 

PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA
CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.80/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1699, donazione Michele Straquadaini 1976, Vittoria, fine 1800. 

080.jpg (2140 byte)Tasto, dal lat. Taxare, in sic. Tastu.

Strumento, fatto artigianalmente di canna, che utilizza il più capace dei cannoli estremi nel quale è praticata una piccola apertura nella parte superiore. Ciò consente, immergendolo nel vino dal foro esistente nella pancia della botte, di prelevare un piccolo campione da assaggiare, in siciliano "tastari" da cui il nome "tastu".

 

PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA
CATALOGO DEI BENI CULTURALI

SCHEDA N.81/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1700, donazione Giuseppe De Marco 1978, Vittoria, inizi 1900.

081.jpg (2196 byte)Tasto, dal lat. Taxare, in sic. Tastu.

Strumento, fatto interamente in latta, che si basa sull’enunciato di E. Torricelli messo in pratica agli inizi del 1900 dal lattoniere Zarino Vincenzo. In base a questo principio fisico, chiudendo il buco superiore del lungo tubo di latta e introducendolo, dalla parte dell’ampolla, nella botte col vino, questo non poteva entrare nel tasto per via dell’aria presente, ma non appena si toglieva il dito dal buco, il tasto si riempiva, per cui richiudendo il buco, il vino, per via del vuoto, non poteva più fuoriuscire. Ciò consentiva di poter prelevare un campione del vino contenuto nella botte dalla profondità desiderata, mentre col tasto tradizionale di canna si prendeva sempre quello superficiale.

 

PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA
CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.82/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1762, donazione Armando Giardina 1978, Vittoria, inizi 1900.

 
082.jpg (5149 byte) Cicchetto, dal franc. Chiquer, in sic. Cicaluoru.
Specie di tappo in legno, di costruzione artigianale, con foro passante e "spina" per chiuderlo, si metteva in basso nel "timpagnu" della botte e serviva per piccoli prelievi di vino da assaggiare.

 

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CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.83/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1765, donazione Gianni Carbonaro 1966, Vittoria, 1900.

 
083.jpg (4994 byte) Rubinetto, dal franc. Robinet, in sic. Rubinettu, anticamente Margarita.
Di produzione industriale, è costituito da due pezzi di legno leggermente troncoconici, di cui quello più grande ha un foro che, da una estremità, arriva ad incrociarsi con l’altro foro passante dell’altra estremità dove alloggia la cannula allo stesso modo forata. Ciò consentiva, con la rotazione della cannula, la fuoriuscita o no dei liquidi e, nel nostro caso, del vino. Veniva messo a circa 5 cm dal punto più basso del "timpagnu" della botte consentendo prelievi di modesti quantitativi di vino.

 

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CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.84/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1851, donazione Graziella Ventura 1990, Vittoria, 1900.

 
084.jpg (4816 byte) Litro, dal greco Litra, in sic. Litru.

Si tratta di un’unità di misura per liquidi, come il vino. È costruito in latta, l’esemplare di cui trattasi ha il timbro dell’ufficio pesi e misure, che garantiva la misura verificata. Veniva usato nella vendita pubblica al minuto.

 


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 SCHEDA N.85/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1713, donazione Elio Iemolo 1975, Vittoria, 1900.

 
085.jpg (6485 byte) Mezzo litro, dal greco Litra, in sic. Mienzu litru.

Si tratta di ½ dell’unità di misura, di costruzione artigianale, per liquidi come il vino. È costruito in latta, l’esemplare di cui trattasi non ha il timbro dell’ufficio pesi e misure, veniva usato nella vendita privata al minuto.

 

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 SCHEDA N.86/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1544, donazione Giombattista Salerno 1968, Vittoria, 1900.


086.jpg (6485 byte)Un quarto di litro, dal greco Litra, in sic. ‘Nquartu i litru.

Si tratta di 1/4 dell’unità di misura, di costruzione industriale, per liquidi, come il vino. È costruito in latta, l’esemplare di cui trattasi ha il timbro dell’ufficio pesi e misure, che garantiva la misura verificata. Veniva usato nella vendita pubblica al minuto.




 

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CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.87/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1670, donazione Salvatore Palmeri 1978, Vittoria, inizi 1900.

 
087.jpg (5886 byte) Imbuto, dal lat. Imbuere (p.p. Imbutum), in sic. Mutu.

È realizzato artigianalmente interamente in latta, è costituito da una parte troncoconica da cui è ricavata una stretta fascia in alzata, tramite l’impiego di una macchina bordatrice, e dalla "cannedda", o cannula stretta che è saldata al vertice del cono. Serviva per il travaso dei liquidi in piccoli recipienti.

 


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SCHEDA N.88/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1599, donazione Antonio e Serafino Polizzi 1983, Troina, inizi 1800.

 
088.jpg (6662 byte) Fiasco, dal basso lat. Flasco, in sic. Sciascu.

Vaso in ceramica invetriata, di costruzione artigianale, di forma arrotondata con piede e bocca stretti e due manici opposti, per protezione è rivestito con strisce di canna e verga di olivastro lavorate come un corbello. Serviva per contenere il vino, che si poteva bere durante la giornata di lavoro.

 


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 SCHEDA N.89/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1836, donazione Ferdinando Avarino 1969, Vittoria, fine 1800.

 
089.jpg (5103 byte) Carratello, dal basso lat. Carrata, in sic. Carratidduzzu.
Contenitore di vino da ½ litro, di forma alquanto ovale.
È realizzato artigianalmente con tavole di castagno sagomate, o doghe, tenute da quattro cerchi ovali in sottile ferro piatto, o "raetta", di cui i due estremi trattengono il fondo e il coperchio, ossia "timpagni". Al centro del coperchio vi è un modesto foroper riempirlo di vino, che si beveva succhiando da un piccolo foro laterale, che veniva chiuso da una spina di legno.

 

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 SCHEDA N.90/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1835, donazione Vincenzo Scivers 1986, Vittoria, 1940.

 
090.jpg (5510 byte) Carratello, dal basso lat. Carrata, in sic. Carratidduzzu.
Contenitore di vino da 1 litro, di forma alquanto ovale. È realizzato artigianalmente con tavole di castagno sagomate, o doghe, tenute da quattro cerchi ovali in sottile ferro piatto, o "raetta", di cui i due estremi trattengono il fondo e il coperchio, ossia "timpagni". Al centro del coperchio vi è un modesto foro per riempirlo di vino, che si beveva succhiando da un piccolo foro laterale, che veniva chiuso da una spina di legno.

 

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 SCHEDA N.91/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1837, donazione Salvatore Scarso 1976, Vittoria, inizi 1800.

 
091.jpg (4283 byte)Carratello, dal basso lat. Carrata, in sic. Carratieddu i na quartara.
Contenitore di vino da 10 litri, di forma alquanto ovale. È realizzato artigianalmente con tavole di castagno sagomate, o doghe, tenute da quattro cerchi ovali in sottile ferro piatto, o "raetta", di cui i due estremi trattengono il fondo e il coperchio, ossia "timpagni". Al centro del coperchio vi è un modesto foro per riempirlo di vino, che si beveva succhiando da un piccolo foro laterale, che veniva chiuso da una spina di legno.



 

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 SCHEDA N.92/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1833, acquisto 1970, Vittoria, 1958.

 
092.jpg (3796 byte) Botte, dal basso lat. Butta, in sic. Uttaccieddu.
Contenitore da 5 litri per vino pregiato da offrire agli ospiti e perciò veniva messo in bella vista. Di forma alquanto cilindrica è realizzato artigianalmente con tavole di castagno sagomate, o doghe, tenute da sei cerchi in sottile ferro piatto, o "raetta", di cui i due estremi trattengono il fondo e il coperchio, ossia "timpagni".
Al centro della pancia vi è un modesto foro per riempirlo di vino, che si prelevava da un piccolo rubinetto sul "timpagnu".

 

PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA
CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.93/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1672, donazione Palmira Uggeri 1975, S. Croce Camerina, inizi 1900.

093.jpg (3080 byte) Imbuto, dal lat. Imbuere (p.p. Imbutum), in sic. Mutu i buttigghi.
È costruito artigianalmente in latta e si compone di una parte troncoconica, o "pillirina", con al vertice saldata una cannula, o "cannedda", che ha nel lato interno una griglia, ricavata da un tondello di latta bombata, detta "sponza" e fungente da filtro durante il riempimento delle bottiglie.

 

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CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.94/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1715, donazione Carlo Avarino 1986, Vittoria, inizi 1800.

094.jpg (3883 byte)Bottiglia, dal lat. medioev. Buticola, in franc. Bouteille, in sp. Botija, in sic. Buttigghia.

Contenitore in vetro scuro, di costruzione artigianale, per liquidi come il vino, di forma cilindrica un po’ svasata, con un collo che si restringe in modo da avere una bocca stretta che veniva chiusa da un tappo di sughero.

 

PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA
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 SCHEDA N.95/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. s.n., donazione Emanuele Giudice 1995, Vittoria, inizi 1900.

 
095.jpg (10300 byte)Fiasco, dal basso lat. Flasco, in sic. Fiascu.

Contenitore di vetro, di produzione industriale, a forma di ampolla o sfera, con alto collo che si restringe in modo da formare una bocca stretta che veniva chiusa da un tappo di sughero. Per protezione, e per questioni di stabilità, doveva essere per forza impagliato con foglie di una pianta acquatica, detta "ura".

 

 




PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA
CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.96/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 1716, donazione Carlo Avarino 1986, Vittoria, fine 1800.

 
096.jpg (2824 byte)Bottiglia, dal lat. medioev. Buticola, in franc. Bouteille, in sp. Botija, in sic. Buttigghia.

Contenitore in vetro scuro, di costruzione artigianale, per liquidi come il vino, di forma cilindrica un po’ svasata, con un collo che si restringe in modo da avere una bocca stretta che veniva chiusa da un tappo a scatto in porcellana, con guarnizione in gomma.

 


PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA
CATALOGO DEI BENI CULTURALI

 SCHEDA N.97/1996, Esperto A. Zarino
n.inv. 861, donazione Giovanni Uggeri 1970, S. Croce Camerina, 1700-1800.
n.inv. 1718, 1719, donazione Carlo Avarino 1986, Vittoria, fine 1800.

 
097.jpg (8026 byte)Boccale, dal greco Baukalis, in lat. Baucalis, in sic. Bucali, propriamente Cannatuni.

Contenitore grande in ceramica invetriata, di costruzione artigianale, per vino, di forma grossomodo cilindrica, con un manico e nel lato opposto un beccuccio pronunciato per versare il vino. È decorato con mulino, fiume e albero a colori giallo, verde, marrone e azzurro, su sfondo chiaro.

Bicchiere, dal lat. Bucar, in sic. ant. Bàcara, in sic. Bicchieri.
Piccoli vasetti in vetro chiaro, di costruzione artigianale, robusti e tozzi di forma grossomodo cilindrica
per mescervi il vino negli assaggi, brindisi, ecc..